una associazione non governativa, non-profit, di scienziati, economisti, uomini e donne d’affari, attivisti dei diritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di Stato di tutti e cinque i continenti.
La sua missione è di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, individuando i principali problemi che l’umanità si troverà ad affrontare, analizzandoli in un contesto mondiale e ricercando soluzioni alternative nei diversi scenari possibili. In altre parole, il Club di Roma intende essere una sorta di cenacolo di pensatori dediti ad analizzare i cambiamenti della società contemporanea.
https://www.clubofrome.org/about-us/
A lui si deve l’elaborazione del terzo concetto fondamentale degli studi sul futuro, ossia la necessità di guardare al futuro con un’impostazione globale. Peccei insisteva sempre sul fatto che non era possibile pensare al futuro senza avere una visione globale del complesso di problemi che investono l’umanità (quello che egli chiamava la problematique). I problemi del pianeta sono intrinsecamente correlati l’uno con l’altro, e la loro soluzione può avvenire soltanto se sono compresi nella loro totalità. È futile quindi disaggregarli e cercare di risolverli individualmente
Biografia:
https://www.treccani.it/enciclopedia/aurelio-peccei_%28Dizionario-Biografico%29/
Aurelio Peccei e i limiti dello sviluppo – Gli studi sul futuro:
Diventato celebre nel mondo come il padre del Microcredito e del Social Business, il Prof. Muhammad Yunus nasce nel 1940 a Chittagong, la grande città portuale del Bangladesh.
Studente presso l’Università di Dhaka e successivamente presso la Vanderbilt University (Stati Uniti) dove consegue il dottorato, nel 1969 Muhammad Yunus diventa professore di economia presso la Middle Tennessee State University (Stati Uniti) e successivamente Direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Chittagong (Bangladesh).
In seguito alla violentissima inondazione che nel 1974 colpisce il Bangladesh, il Prof. Yunus prende coscienza della devastante povertà diffusa nel suo Paese. “Da quel giorno mi dedicai a disimparare la teoria e a prendere lezioni dalla realtà. Per trovarla non dovevo andare lontano: la realtà era ovunque, bastava uscire dall’aula.”, scrive Yunus nel celebre libro “Il banchiere dei poveri”.
È verso la fine degli anni ‘70 che il Prof. Yunus concepisce e inizia a testare una nuova forma di prestito: il microcredito.
Il microcredito rappresenta una rivoluzione nel Bangladesh rurale, essendo un piccolo prestito concesso sulla fiducia a persone povere, prive di garanzie da presentare alle banche.
Il Prof. Yunus va oltre la mera invenzione del microcredito, costruendo attorno a esso un vero e proprio percorso di capacitazione e responsabilizzazione della persona beneficaria del prestito, arrivando a definire la c.d. Metodologia Grameen.
Attraverso l’ideazione della metodologia Grameen, lo strumento del Microcredito è finalmente perfezionato: esso diventa davvero uno strumento di sviluppo della persona che permette di generare reddito, occupazione, autonomia finanziaria e di impattare positivamente sulla comunità.
Spinto dalla volontà di sostenere il suo popolo nel miglioramento delle condizioni di vita e alimentato dalla convinzione che l’accesso al credito sia un diritto umano fondamentale, nel 1983 Yunus fonda in Bangladesh la Grameen Bank, la c.d. “banca del villaggio”: è la prima banca al mondo a erogare piccoli prestiti alle persone considerate non bancabili dal circuito bancario tradizionale, fornendo loro un’alternativa reale all’usura e alla povertà.
Negli anni che seguono, la Grameen Bank conosce un florido sviluppo e attraverso di essa il Prof. Yunus può avviare e finanziare numerose iniziative. Nella continua ricerca di soluzioni alla povertà e alle diseguaglianze generate dal capitalismo, il Prof. Yunus sviluppa negli anni un nuovo modello di impresa con finalità sociali: il c.d. Social Business.
Per aver favorito con il suo impegno l’autonomia economica e sociale delle persone, in particolare quelle indigenti ed emarginate, nel 2006 il Prof. Yunus e la Grameen Bank vincono congiuntamente il premio Nobel per la Pace.
https://www.grameenitalia.it/vita-e-pensiero-del-prof-yunus/
Kate Raworth (sounds like ‘Ray-worth’) is a renegade economist focused on making economics fit for 21st century realities. She is the creator of the Doughnut of social and planetary boundaries, and co-founder of Doughnut Economics Action Lab.
Her internationally best-selling book Doughnut Economics: seven ways to think like a 21st century economist has been translated into over 20 languages and has been widely influential with diverse audiences, from the UN General Assembly to Pope Francis to Extinction Rebellion.
Kate is a Senior Associate at Oxford University’s Environmental Change Institute, where she teaches on the Masters in Environmental Change and Management. She is also Professor of Practice at Amsterdam University of Applied Sciences.
Over the past 25 years, Kate’s career has taken her from working with micro-entrepreneurs in the villages of Zanzibar to co-authoring the Human Development Report for UNDP in New York, followed by a decade as Senior Researcher at Oxfam.
She holds a first class BA in Politics, Philosophy and Economics, and an MSc in Economics for Development, both from Oxford University. She is a member of the Club of Rome and currently serves on the World Health Organisation Council on the Economics of Health for All.
Kate has written extensively for media including The Guardian, The New Statesman, Newsweek.com, and Wired.com, and has contributed to many radio programmes including for BBC Radio 4, The World Service, ABC and NPR, as well as television including CNN World News, Al-Jazeera, BBC, ITV and CBC. The Guardian has named her as “one of the top ten tweeters on economic transformation”.
She blogs at www.kateraworth.com and tweets @kateraworth.
L’economia della ciambella: https://www.kateraworth.com/doughnut/
Questo sito utilizza cookie, per migliorare la navigazione e per la raccolta di dati a fini statistici e di profilazione. Questo sito utilizza cookie tecnici, analitici e cookie di profilazione di terze parti. Per maggiori informazioni e/o per negare il consenso a tutti o parte dei cookie si rinvia alla apposita informativa sui cookie.