In Italia, l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG) è un ente religioso e di culto riconosciuto dallo Stato e affiliato alla Soka Gakkai. Promuove attivamente i valori della pace, della cultura e dell’educazione nella società, impegnandosi nel dialogo interreligioso e organizzando iniziative su temi come la convivenza e la cittadinanza globale, il rispetto per l’ambiente e per ogni forma di vita, l’abolizione delle armi nucleari, il rifiuto della guerra e della violenza, il rafforzamento delle Nazioni Unite.

La Soka Gakkai Internazionale (SGI) è un’associazione globale che collega le organizzazioni Soka Gakkai nel mondo, unendo oltre 12 milioni di membri in 192 paesi e territori. In quanto organizzazione non-governativa in status consultivo alle Nazioni Unite, collabora — assieme a organizzazioni della società civile, agenzie intergovernative e gruppi confessionali — alla risoluzione di sfide globali e al benessere delle comunità. Il suo presidente è Daisaku Ikeda, filosofo buddista e costruttore di pace.
Gli insegnamenti abbracciati dalla Soka Gakkai appartengono alla tradizione buddista del Sutra del Loto, secondo cui ogni persona possiede inerentemente la natura di Budda dotata di coraggio, saggezza e compassione.

Le radici della Soka Gakkai risalgono al 1930, quando Tsunesaburo Makiguchi e il suo discepolo Josei Toda fondarono in Giappone una società di educatori che si sviluppò poi nella Soka Gakkai (letteralmente, “società per la creazione di valore”), organizzazione dedita al miglioramento della società attraverso una trasformazione individuale basata sul Buddismo di Nichiren Daishonin.

Arrestato assieme a Toda, per la sua opposizione al controllo ideologico sulla popolazione da parte del regime militarista giapponese, Makiguchi — primo presidente della Soka Gakkai — morì in prigione durante la Seconda guerra mondiale. Toda, a seguito della sua scarcerazione, costruì un’organizzazione dinamica sempre più numerosa (di cui divenne poi secondo presidente), continuando a promuovere il Buddismo come mezzo attivo per combattere la guerra e l’infelicità. La sua storica dichiarazione del 1957 per l’abolizione delle armi nucleari è oggi considerata il caposaldo delle attività per la pace della Soka Gakkai.

Nel 1960 Daisaku Ikeda, discepolo di Josei Toda, ne divenne il terzo presidente a soli 32 anni. Da allora l’organizzazione cominciò a espandersi rapidamente anche fuori dal Giappone. Negli anni, Ikeda ha allargato ulteriormente gli scopi della Soka Gakkai trasformandola in un movimento di ampia base a promozione della pace, della cultura e dell’educazione.
Nel 1975 nasce la SGI (Soka Gakkai Internazionale), associazione globale che collega le organizzazioni Soka Gakkai nel mondo, promuovendo l’umanesimo buddista nel rispetto delle tradizioni e culture locali.

Mostra virtuale

LA MOSTRA

Il presidente della Soka Gakkai Internazionale Daisaku Ikeda nel 2012 in occasione del Conferenza mondiale sull’ambiente di Rio de Janeiro 2012 ha presentato una proposta per l’ambiente dal titolo “Per una società globale sostenibile; ogni persona è protagonista del cambiamento”. Il messaggio è rivolto a tutti gli abitanti della terra che dovrebbero imparare a sviluppare una visione chiara di quale dovrebbe essere il rapporto ideale tra Umanità e il Pianeta, la nostra casa Comune.

Questa visione diventerà realtà solo se sarà percepita come impegno individuale da un numero sempre maggiore di persone, riflessa nella vita quotidiana e riconosciuta come una linea guida per impostare nuovi siti di vita. Senza questa presa di coscienza non si avrà mai una vera trasformazione. Al centro di questa ci deve essere un impegno lungimirante teso al benessere dell’umanità intera e della comunità globale.

Fra i concetti cardine ci sono: la sicurezza umana, il potere morbido e l’economia verde. Il cambiamento deve aver come luogo fulcro delle proprie azioni la comunità in cui si vive e il coinvolgimento delle nuove generazioni.

All’interno della Campagna Cambio io Cambia il mondo, iniziata nel 2020 e proiettata fino al 2030, nasce la mostra l’Eredità della vita sull’emergenza climatica e l’Agenda 2030.
Il titolo di questa mostra rende visibile l’invisibile: stiamo parlando della continuazione o meno della vita sulla terra. Il concetto di eredità si proietta nel futuro con tutta la forza del presente: perché è adesso che possiamo scegliere cosa mettere in salvo. Partire dall’oggi per creare il domani, preservare, mettere da parte questa eredità: nella salvaguardia della mia vita c’è quella della vita che verrà. Il presente contiene il futuro che scegliamo.

Coinvolgente e anche emozionante, basata sulle analisi ambientali dell’ONU, la mostra si propone di suscitare speranza, di far sorgere interiormente una necessità, una promessa, che renda tutti responsabili del clima.

I visitatori non sono solo spettatori, ma diventano attraverso le loro azioni agenti del cambiamento.